Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 18 la spedisce anche al P. Gio Angelo Tommei a Senigallia, unendovi l’accedat per P. Antonio Gualdi, raccomandando che si prepari bene. Ringrazia il teologo P. Giuseppe Gualdi a S. Giuseppe delle congratulazioni, nonché Dini, aggiungendovi delle delucidazioni, di cui ritiene non abbia bisogno, facendolo solo per compiacerlo: notiamo l’estremo garbo verso un confratello onesto ma eternamente indeciso. Si compiace con P. Vernizzi a Guastalla per il diploma con cui S.A.R. si è degnata di dichiararlo suo teologo d’onore, dispensandolo dall’intervenire al refettorio per la cena, potrà consumarla in camera, senza che ciò aggravi la comunità. (273)

     Il 21 si rallegra col P. Giuseppe M. Savelli a Firenze, “che con qualche sua soddisfazione abbia egli ultimata la sua visita”, lo ringrazia delle congratulazioni e lo prega di ossequiare mons. nunzio. (274)

     Avendo perduto Nizza, al re di Sardegna è rimasto, per servire gli stati di terraferma, il porto di Oneglia, con cui comunica con gli inglesi, divenuti i suoi protettori, ma divenuto pure ricovero dei corsari delle potenze collegate, intenti ad intralciare il commercio di Marsiglia con la repubblica di Genova: per questo motivo, il comitato di salute pubblica ha deciso di impadronirsene, ma per far ciò occorre attraversare alcune leghe sul territorio del genovesato, il cui senato ha però dichiarato la propria neutralità, percui scende in campo Massena e la presa di detta città diviene il preludio di successi ancor più importanti. La vittoria di Loano del 23 è, intanto, una delle tappe più promettenti. Il 23 e 24 il generale in capo fa passare, sotto gli ordini dei gen. Joubert e Ménard, 5.000 uomini al gen. Serrurier, che può così, presto, impadronirsi d’Intropa e di Garessio, respingendo l’armata piemontese oltre il Tanaro: cosicché 30.000 francesi, senza cavalleria, senza artiglieria, senza pane, scalcagnati, malvestiti, osano attaccare oltre 50.000 austro-piemontesi, appostati su montagne scoscese, dietro a trinceramenti difesi da 100 pezzi di cannone. Serrurier non si accontenta, ritenendo importante avanzarsi lungo la riva sinistra del fiume: benché la truppa attenda un po’ di pane, essa, pur stremata, saputo che occorra rompere ogni indugio, grida “partiamo subito”, quindi, tolti agli avversari i magazzini di Mursecco e Priola, può rifocillarsi.

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(273) Il 18 ai PP. Fil. Vallaperta a Guastalla (quar. di Mantova, P. Vernizzi c.s., l’elezione del segr. dell’ord. “non potrà farsi per motivi, che gli debbono esser noti”, P. Pizzoli ben accolto a Pesaro, P. Assandri tornato da Frascati ma non eravamo in casa, P. Mazzasogni, un suo del. per la visita a S. Maria in Via, stampati sped. al P. presid. di Lombardia), Vinc. Graziani a S.M.N. (P. Prigioni ci assicura della pessima condotta dello stud. Perilli, disse d’aver perduto i quinterni, per aver la scusa di andar a spasso, lega con Goveani, risposte insolenti, usi la sua autorità), Ambr. Ghioldi a Milano (quar. ai Servi, priore Calza).

(274) Il 21 ai PP. Savelli (continua: conguagli su stampati, PP. Prosperi, Cardi Cigoli, noviz. a Monte Senario, Bazzoni surrogato a S. Giorg., luoghi di monte), Pell. Beltrame a Bergamo (stanza a Genova), Gaet. Mariani a Reggio (denaro cons. a Mazzasogni), Gio Ang. Mazzasogni (annuale a Montecchio, quar. a Vogogna il ’99 e Bardi il ’98, gli racc. quello studio), il 25 ai PP. Pell. Dazzini a Città di Castello (essendo sindaco, segretario e presidente non può accettare Benevento), Gio Ang. Belluomini a S.M.N. (assegnaz. a Genova P. Beltrami, P. Dazzini c.s., P. Artesana a Passignano), Mazzasogni ai Servi (P. Casella può dedicare le sue conclusione all’emo Protettore, ma noi dal canto nostro “né approviamo né disapproviamo”, avvertiamo soltanto che in tre punti sia necessario il decoro che si conviene alla qualità del personaggio. Nessuna diffic. che si produca al sociato, sollecitato da molti qualificati), Paolo M. Piraccini a Cesena (fine della visita, Cantua passi alla congreg. lombardo-austriaca se per iscritto vi sia l’accettaz. di quel presidente, P. Guerrini è tutto pazzo se vuol rinnovare istanza alla s. congr. per tormare a Russi, dove può andarvi solo se assegnato dal suo prov., ringr. delle congrat., proc. gen def., pat. conf. per Lor. Ferri), il 28 ai PP.Gio Ant. Negri a Caselle (i PP. di Luserna vorrebbero che ricevesse un ex cappuccino, ne fu accettato uno dal fù P. Fassini, ma ora, non avendo scarsezza di soggetti colà, disquisiz. canon. se non volesse accettarlo, reclute per Oviglio, pat. conf. per P. Franco, affare di Asti), Mich. Ang. Borri a Mendrisio (P. Morelli, conteggi, vestiz. d’un giov., imposs. a Città della Pieve, “In Toscana si fa sempre sperare la riunione, ma temiamo che non voglia succedere per ora, e non succedendo non ci par conveniente, che sia destinato a quegli studj”, bacc. Pagani, chier. Balossi), Ermen. Simi a Ischia di C. (giov. Costanzo Ragni, nipote di questo ab. Vannuzzi), Gio Ang. Tommei a Senigallia (informaz. prof.° Baroni, pubbl. concl. in fisica, purché la sua signora madre non disturbi), Cam. Bruschetti a Parma (trattatini su battes. e conf., questioni per il pross. triennio).