Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Con Negri ad Alessandria si rallegra per aver avuto il ‘placet’ per la visita dei conventi di Genova, dove il bisogno deve esser grandissimo. “Non è così di quelli del Piemonte, che sempre essendo sotto i suoi occhi, non possono andare soggetti a gravi disordini, cui non si possa rimediare altrimenti”, tuttavia non si dia pena se “per le troppe calamitose circostanze” non riuscisse a visitarli quest’anno.

     Possiamo notare che la situazione di quella città e provincia sia effettivamente a rischio. Infatti è persino serpeggiata un’epidemia, che la repubblica di Genova ha cercato di arginare con tutte le provvidenze possibili, ma che gli occupanti hanno voluto negare a tutti i costi, come si legge nel proclama del rappresentante francese Turrian, perdipiù gli abitanti son stati angustiati da un inverno rigoroso, mentre per i francesi, abituati ad altro clima, è stata solo una rinfrescata! Tuttavia, i soldati d’oltralpe avevano inviluppato i piedi con le corregge tratte dai loro sacchi di pelle quando, il 20 novembre scorso, un bastimento ha finalmente sbarcato a Pietra Ligure una partita di scarpe.

     Con la primavera son riprese le azioni militari, che han visto in campo Massena e Serrurier. La primavera d’Europa, per alcuni “maledetta primavera”, trova da una parte giovani generali rampanti ed una giovane generazione, che fanno il possibile e l’impossibile per rovesciare il mondo, dall’altra eminenze grige, alcune obsolete, conservatrici al massimo, abbarbicate, retrive, altre illuminate ma incastonate in un sistema rigido, non più adatto al nuovo secolo che si sta progressivamente avvicinando, pur con tutti i suoi pregi e le sue contraddizioni che sfoggerà. Primavera in cui, ogni giorno che passa, tramontano persone ed idee, per far luogo, a fatica, ad altre, con a volte miraggi che, come vedremo, si tradurranno anche in delusioni, in demagogia.