Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Al P. Ercole Antonio Bonanomi a Piacenza “Ammettiamo quanto lui ha inteso da Mons. Costaguti rapporto alla Toscana, tuttavia vediamo che non s’avvicini questa desiderata unione”. (232)

     Dal P. Filippo Matteucci a Città della Pieve vuole un’esatta e veridica relazione, onde potersi regolare, avendo saputo che due anni fa sia partita dalla casa di Domenico Cocchi la moglie Santa con una figlia ed abbia trovato asilo in un podere di quel convento, ma ora il marito ne reclama il ritorno. (233)

     Il 24 puntualizza a P. Clemente Zampi ad Orvieto, restituitosi da Mantova a quella sua residenza, avendo noi procurate a quell’emo vesc. sin dall’anno scorso 543 messe, per provvedere quei sacerdoti francesi, ed avendone passate le relative elemosine, attendiamo la certificazione dell’avvenuta celebrazione, chiedendone a sua eccellenza od al suo vicario.

     Fin da lunedì è stata ordinata e pattuita la carrozza, dovendo far portare P. Mattei al convento di sua destinazione, cui appartiene per figliolanza, quando Caselli riceve un ‘foglio’ del card. Maury, vesc. di Montefiascone, con cui manifesta che l’arrivo di tale soggetto, date le svantaggiose relazioni ricevute, gli risulterebbe di sommo dispiacere. Occorre quindi disdire il legno in tutta fretta, adducendo la veritiera disastrata salute, ma sparge un po’ di ‘pepe’ nella risposta: “Se ci permette per altro l’Em. S., per scarico di coscienza, ed onore della verità”, dobbiamo rappresentargli che P. Felice Mattei, checché ne sia del passato, non è in situazione di inquietare veruno, se non in quanto ha diritto alla pazienza e carità da quei Religiosi, in uno stato che sembra avvicinarsi a gran passi all’eternità. Chetato di corpo, abbattuto di spirito, colpi apoplettici, età avanzata, divenuto quasi come un bambino che neanche gli si permette di celebrare la messa, come testimonia anche l’Arciv. di Benevento. Se non verrà accettato, penserà il Priore a collocarlo altrove, salva poi l’indennità al Convento, che dovrà ricettarlo.

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(232) Il 17 ai PP. Bonanomi (a Piacenza via Codogno, continua: cautele nell’accogliere novizi, pulpito a Piacenza, libero Vogogna), Fil. Bodrati a Civitella (priorato), Am. Cottogni a Narni (pat. conf., Massi si vedrà), Nic. Longhi a Piacenza (stud. Rognoni, conclus. teol., istruire nella logica prof.° Zangrandi e far tutto il corso di filos., nella teol. i PP. Podestà e Quesada), Gio Ang. Rabbi a Budrio (se la facoltà di accettare nella Relig. accordata dal definitorio sia illusoria, non abbiamo tempo per trattenerci, però veda le costituz. di Sisto V, età 16 anni, gli indulti di Urbano VIII, 18 aa., accertarsi in visita, dispensa della s. congreg., pat. conf. P. Sualli), Belluomini a S.M.N. (P. Carlo Taddei se non può esser eletto priore, per dif. di 12 aa., può esser nom. vic.° priore a Monterano, a meno che non accetti Simi).

(233) Il 20 ai PP. Gio Ant. Stabilini a Reggio (prof.° Tabacci, salute cagionevole dei prof. Siffredi e Vallini e altri due di Montecchio a respirare altra aria), Franc. Gius. Cubeddu a Cibona (pat. conf.), Fil. Landi a Cesena (lic. a don Poncet di fond. a Lione la comp. de’ Sette Dol.), Paolo Alessa. Piraccini a Cesena (giustif. di P. Sassi con non poche falsità, ma sarebbe un pubblicizz. la cosa, la terremo nella memoria; attenzione del mro dei novizi anche verso quelli inviati dalla prov. mantovana, disposiz. sul noviziato di Mantova, Bologna e Reggio, in passato della prov. di Napoli a Todi, di Piemonte a Bologna e Reggio, né mai a verun mro venuto in capo di chieder l’onorario della rispettiva prov.), Zampagni a Benevento (già da 3 gg. giunto P. Mattei , privo di tutto, salvo poche camicie, furto colà, ma non si riesce a capire come in poco tempo si sia ridotto a così estrema miseria, indaghi con prudenza con quanto denaro sia partito; non sia lecito ad alcuno di passare le ore notturne fuori, sotto qualsiasi pretesto).di e Vallini e altri due di Mon.