Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Si rammarica con Falqui che P. Brandini non abbia scritto al nuovo provinciale di Toscana, con la scusa di non conoscerne il nome, e commenta “Ma già siamo in un tempo, in cui l’ubbidienza e la soggezione dovuta ai Superiori è il minor pensiero che abbiano alcuni Religiosi”, sperando almeno che ci faccia sapere dove andrà a sbarcare e dove si tratterrà. Ossequi a mons. Cossu.

     Svela a Mattei a Benevento, accennando ai maggiori incomodi cui andrebbe incontro, permanendo colà, di non cedere alle insinuazioni altrui “che amano tutt’altro, che il di lui bene”, ma di decidersi a venire a Roma, portando con sé frà Luigi Pace. (228)

     Si congratula col nuovo provinciale Paolo Alessandro Piraccini a Cesena per il felice ritorno in patria e per l’ottimo contegno, nel declinare la pubblicità dell’incontro che gli si voleva fare dai molti suoi amici.

     A Belluomini a S.M.N. partecipa le premure del principe Altieri, per provvedere sollecitamente il convento di Monterano di un confessore, in sostituzione di Zampagni, aggiungendo che non avremmo difficoltà a far vicario priore Granelli. Benché gli Altieri abitassero raramente in quel loro castello, preferendo soggiornare nel più comodo palazzo di Oriolo, purtuttavia avevano incaricato il Bernini, nel 1679, a ristrutturarlo, come si vede nel dipinto del Barberi. Aggiungiamo che alla fine del secolo vi è un declino del borgo ed i molti ruderi diverranno oggetto di ambientazione di oltre un centinaio di film, molti dei quali di grande spicco, mentre la città viva si trasferisce a Canale Monterano.

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(228) Il 6 ai PP. Vinc. Zampagni a Benevento (verifica registri delle messe, emendare, economiche premure, che lodiamo, eccitare alla partenza Mattei, spese malattia “la giustizia deve militare per tutti”, l’oblato Pace può accompagnarlo qui, ma non parta per i fatti suoi), Paolo Canciani a Venezia (fac. ben. abitini al confess. delle mantellate di Cresone, se mai in passato avesse ben. corone, l’indulg. non s’acquista, è d’uopo portarle ai ns. relig. di Bergamo, i ns. correttori costì possono deputare altri relig., se assenti o impediti. Letture, Verona, è d’uopo che s’adatti quella prov. a cominciare gli studi con noi, vale a dire per mag. dell’a. vent., augurandoci gioventù di migliore aspettativa. Quar. di Venezia, Verona, Padova, non Grossi, saluti al priore Calvi), Greg. M. Falqui a Cuglieri (continua: spediz. di 207 sc. e 22,5 baj al sig. Gir. Orengo, conv. di Sassari), Belluomini a S.M.N. (lunghissima: non far traspirare gli abbia fatto leggere la lett. del vesc. di Gubbio, dei cui suggerim. su Simi occorre tenerne conto, anche se risultato della gita permessa al Ciaffoni, ricorsi contro Simi anche a questa congr. de’ v. e r. da Civitella e Cesena, farebbe gravissimo disonore all’abito se venisse rinnovato l’intervento del vescovo, se vuol mandarlo priore a Monterano, lo faccia pure, puché tutto vada liscio e non sembri un volerlo levare da Gubbio per le istanze. Quanto all’economico del conv. di Gubbio che ne risentirebbe il tempo lo deciderà. Ad Ischia di C. il mro di ABC grammatica ed umanità sembra troppo gravato. L’art. XII da riform., per dar al gen. di rinnovare i maestri, deriva dal fatto che talvolta i motivi sono di tale urgenza, a discapito della prudenza e di combinaz. ottimali. All’art. XIII sarebbe bene fissare lo ore scolast. combinabili con l’offiziatura di ch. e coro, cui son tenuti anche i maestri, mattutina e pom., gg. fest., maggiori e min. vacanze, scuola ABC gramm. e uman., l’altra di logica e morale, vacanze da concordare, da fissare tra maestri, altre provvidenze e, in caso di malattia, un sostituto), Dini a Cesena (P. Franc. Conti adattato alla dovuta ubbidienza, avvertire i priori di Bologna e di Budrio), Am. Amati a Pesaro (l’accaduto portato alla s. congreg. potrebbe menare un odore almeno in apparenza cattivo, P. Galli incomodato nelle gambe).