Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Palesa la propria soddisfazione anche a Dini a Cesena, riscontrando le sue del 16, 18 e 20, per lo svolgimento del capitolo. Bene che il prof.° Gasparoni vada a respirare aria nativa, al rientro passi a Faenza, apprezza infine il buon comportamento di Facchini. (225)

     Il 29 via Livorno loda P. Giuseppe M. Rinesi a Bastìa per la predicazione, auspicando che le cose così ben avviate possano avere felici successi, rammaricandosi però del cattivo effetto che possano provocare i dispareri di alcuni e le discordie di altri. Abbiamo rassegnato i di lui buoni uffizi a questo mons. vesc. di Mariana, (226) il quale li ha accolti con gradimento. Ci riverisca il P. mro Mortini.

     Il 30 si compiace, per la loro nomina a priori, con Lorenzo Ferri a Rimini e Giuseppe M. Cella a S. Giuseppe. (227)

     Il 6 giugno approva il contegno di Savelli a Firenze con P. Baroni poiché, non essendoci ancora fondamento certo di unione, non conviene che ci muoviamo da Roma, dovendo tale eventuale viaggio esser più di ringraziamento che altro, mentre non avrebbe importanza la nostra presenza per conseguire lo scopo. Avrebbe voluto che nel capitolo si fosse rinnovata l’istanza della riunione da parte di tutti, come chiesto per iscritto ed a voce, percui ci diamo a credere “che non l’abbiano permesso le circostanze”. Malvolentieri acconsente di cedere P. Bazzoni per la lettura al seminario di Cortona, essendo la provincia scarsa di soggetti, tuttavia, per rispetto a lui, “che opera con il miglior cuore del Mondo”, l’accorda per tre anni.

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(225) Il 27 ai PP. Gius. Bevilacqua a Faenza (gli racc. il provinciale dei trinitari Bidaur, colà per alcuni affari, d’offrirgli lumi ed uffizi), Gius. De Augustinis a Ferrara (ne accetti il priorato), Bonf. Pichi a Rimini (congrat. per l’elez. a socio prov.), Gio Ang. Rabbi a Budrio (ringraz. per conduz. del capitolo, malgrado l’inurbana partenza la mattina del P. Grossi, dando segno evidente di esser indegno del priorato, giustificando i contrari. Commisera anche che alcuni serviti non siano andati a rendergli omaggio, “l’esito serva ad illuminarli”), Piraccini (continua: P. Gio Franc. Conti, scandalosa disobbedienza continuando per tanti mesi, anche a fronte delle determinazioni manifestate senza equivoco dall’emo arciv. di Bologna. Per i vari affari non manchi di consultare l’ex prov.), Belluomini (continua: il Curti, scrive il prov. del Piemonte, ha preso altra strada da quella ordinatagli di Milano, passando per Castellazzo, dove si è trattenuto ammalato per 8 gg., perciò prevenuti tutti i conv. della prov., di cacciarlo se si presenta, spese relative, P. Paoletti ha rinunz. alla scuola di Passignano), Dini (continua: debiti di Facchini, carte a Parisi, prof.° Petronici, affare Conti, se P. Grossi si azzarderà a chiedere qualcosa saremo memori delle sue stravaganze. Osserva però che sia stato fatto priore il Landi e che per i PP. MM. Lena, Bevilacqua e Montanari non siano stati osservati rigoros. i decreti, “ma lo diciamo confidenzialmente”).

(226) La diocesi di Mariana, con la sua cattedrale dedicata alla B.V. Maria, sarà soppressa da Pio VII il 29 nov. 1801 con la bolla ‘Qui Christi Domini’ ed il suo territorio incorporato in quella di Ajaccio, in seguito al Concordato con il Primo Console che verrà negoziato proprio da Caselli.

(227) Il 30 ai PP. Gio Ang. Fil. Porro a Venezia (convenevoli), Fil. Conti ai Servi (lic. per Firenze), Andrea Piraccini a Cesena (onorevole promoz. del di lui f.llo al provincialato), Gius. Bevilacqua a Faenza (quar. ai Servi; P. Grossi, calmati i primi bollori, non tenterà di pregiudicare altrui, pregiudicando realmente se stesso), Belluomini a Foligno (P. Fel. Mattei ricusa di andare a Monterano, abusando della parzialità a lui dimostrata dal quell’emo arciv., percui resta libero quel priorato, se tornerà, occorrerà far luogo a Mattei al suo conv. di Montefiascone, “inquietudini che ci dà quel convento che sono veram.e oltre i limiti”), Paolo Alessa. Piraccini a Cesena (pena da comminare al Conti, “De grav.ma culpa”, contumacia, approva P. Placci priore in Russi “per togliere così al convento di Faenza il maggior fomento” promosso “dalla smodata ambizione di P. Grossi”. Conti chiede lic. di accompagnare a Firenze un suo nipote, acconsentiamo, ma se l’intenda con lui), can. Gio Piero Friggeri a Perugia (disgusti col priore di S. Fior., il cui operato non era diretto ad offendere la sua rispettabile persona se non avesse previamente mancato verso il suo superiore, “ci lusinghiano sia per cessare”,”la concepita amarezza”).