Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 23 confida, a P. Luigi Guidotti a Lucca, la quaresima a Fontana già impegnata, possibile a Bardi. “Non ci sorprende se ha ritrovato disordini nel Convento di Genova, sono l’effetto della calamità de’ tempi presenti”. (223)

     Il 27 riscontra quella del 18 di mons. Ottavio Angelelli vesc. di Gubbio, per sopire il malcontento serpeggiante tra i principali signori della città contro P. Simi, imprudente di lingua ma, non essendo noto verun nuovo emergente, non s’abbia luogo ad ordinarne l’allontanamento dal luogo di figliolanza, perché prenderebbe “un aspetto di pena, che non deve imporsi senza delitto”, tuttavia si perita d’ informarne immediatamente il provinciale, “Ci lusinghiamo che con un po’ di tempo possano queste nostre premure sortire il bramato effetto”, terminando con i soliti convenevoli, senza peraltro, almeno dal copialettere, il solito bacio delle sagre mani. Evidentemente è non poco stizzito. (224)

     Non manca di ringraziare Mazzasogni ai Servi “delle buone prudenti parti usate per il felice esito del Capit(ol)o”. Si rallegra con P. Paolo Alessandro Piraccini a Cesena per l’elezione a provinciale con il “quasi unanime genio con cui sono concorsi i PP. vocali nella sua Persona”, speranza manifesta nel suo zelo, prudenza ed attività, e lo ringrazia degli atti del capitolo. Esprime i propri timori a Belluomini a Spoleto su quella situazione ‘scottadito’, ossia “come torni in ballo quel benedetto P. M. Simi”,”si è fatto vedere che non si leva di stanza”, malgrado quei Cavalieri che lo vogliono fuori. Sarebbe il caso di levarlo, quietare un vespaio pregiudizievole a quel Convento e preparare la strada ad una soppressione. Domani attendiamo riscontro dal card. di Benevento, percui resterà in libertà il priorato di Monterano. Non potrebbe esser questa un’apertuta per il Simi? Che la nostra connivenza “non serva ad allevarlo sempre più ardito, scandaloso e raggiratore”. Fra Civitella e Gubbio ha dato costui a quest’ora più fastidio di un’intera provincia”. “L’andare di mano in mano disgustando e Popoli, e Vescovi è sempre cosa cattiva, ma singolarm(ent)e poi a q(ues)ti tempi”. Veda quindi di provvedere, al vescovo rispondiamo che ne scriviamo a Lei.

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(223) Il 23 ai PP. Paolo Canciani a Venezia (pulp. di S. Marcello a P. Palazzoli, ordinaz. frà Gius. M. Ginami attese le leggi colà, ci faccia sapere per registrare; abuso facoltà non valide per assoluzioni in morte, indulgenze, fare aggregazioni, erigere fraternità, ne è rimasto canzonato il fedel cristiano, mentre sussistono, mediante ns approvazione, facoltà ai religiosi eletti in capitoli come correttori, rigorosamente in base alle bolle di concessione), Giac. Dolchi vic.° priore a Vezza (pat. conf.), Luigi Boni a S. Fiorenzo (lettera del can. Gio Pietro Friggeri, due volte ingiuriato, nel convento intento ad una merenda con i frati anziani ed altre volte pubblicamente nella cattedrale, chiede riparazione altrimenti minaccia causa in congreg. e di metter fuori un sommario probante sul Pizzoli, chiede di riferirgli come rispondere), Vinc. Zampagni a Benevento (passato il memoriale al proc. gen. riguardante città e conv., sollecitaz. a P. Mattei, scritto anche all’emo arciv. in maniera civile e relig., nel rimanente procuri il culto verso M. SS. e regoli il conv. “così nel morale, come nell’economico”), ab. Fatteschi de’ cistercensi a S. Bartolo a Genova (affari particolari).

(224) Due eventi mariani scuoteranno l’opinione pubblica eugubina: sab. 9 lug. 1796 presso la ch. di S. M. dei Bianchi una statua della Vergine cominciando ad aprire e chiudere le palpebre, sorridere e cambiare colore del volto cui il vesc., chiamato, farà un sopralluogo; il 21 lug. lo stesso vesc. s’accorgerà del volto della Madonna di un arazzo conservato nell’episcopio movente pupille e palpebre, come da relazione sottoscritta il 21 ag. da credenti ed atei. Riportati da Luigi GHIRLANDA, “La voce”, Gubbio, 23 lug. 2004.