Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 21 rimbrotta il priore Ravaglia a Forlì, ritenendo inammissibile che mostri difficoltà a far conoscere ai suoi religiosi le intenzioni ed i suggerimenti dei superiori maggiori, notifichi quindi subito a P. Santi le disposizioni. (206)

     Il 1° aprile è cauto con Belluomini sul progetto di scuola di logica e morale che gonfaloniere e priori di Ischia di Castro vorrebbero instaurare, pur sembrandogli di minor intrigo di quella di grammatica e retorica, dovendosi ammettere ragazzi in convento e parendogli difficile trovare soggetto che voglia accollarseli, tantopiù che prima venivano offerti 100 scudi ed ora sono scesi ad 80, valuti quindi con prudenza. (207)

     Deve riparare anche l’incidente di percorso di P. Filippo de Margarita, essendosi messo a fare il cicisbeo in Piemonte (non a Venezia laddove questa costumanza così in voga ha suscitato le censure persino di un personaggio di mondo come Carlo Goldoni, nelle sue Memorie), compromettendo così la religione, percui il 4 suggerisce astutamente al P. Negri, a Torino, di far in modo che il marito della dama tentata, nel far pervenire i suoi ricorsi a quella segreteria di stato, esponga come essi non siano stati giustamente valutati né dall’ordine né dalla curia vescovile di Asti, cosicché la questione possa prendere una buona piega. Il cav. di Priocca, a Roma, sempre così disponibile, nulla può fare in merito, avendo contatti diretti con la segreteria degli affari esteri, non con quella degli interni, tantopiù che l’istanza è ormai pendente innanzi a sua maestà. A dirla schietta, si ha l’impressione che il definitorio non abbia proceduto con tutta la rettitudine e prudenza che si doveva in quest’affare così delicato. Dalla curia vescovile non si è veduto alcun effetto, ma se dobbiamo tradurlo in prosa, se ne è lavata letteralmente le mani, forse ha fatto bene a prender le distanze, ma ciò acuisce la stizza del nostro generale. Comunque, anche se non emergesse sufficiente prova, quel seduttore sarebbe da spostare priore di altro convento.

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(206) Il 21 al P. Pell. Guerrini a Rimini (per la rimoz. dal priorato di Russi, faccia conoscere al definitorio le sue ragioni, lo esortiamo a ponderare bene prima di rivolgersi alla s. congr.), a don Gio Donati a Lucca (tocca ai vesc. chiedere per città o diocesi qualche offizio particolare, ma il ns dei sette BB. Padri si dà solo in caso di particolare devoz. cittadina, spetta comunque al suddetto canale, clausola di Clemente VIII già spiegatagli), il 25 ai PP. Fil. Struzzieri a Loreto (contegno dell’arcidiacono), Gio Ang. Belluomini a S.M.N. (desiderio della comunità d’Ischia di Castro, di procurare a quella gioventù una letteraria educazione, dovendo passare la visita a quel conv., si procuri tutte le cogniz.; da dom. abbiamo qui P. Bernasconi), il 28 ai PP. Vinc. Graziani a S.M.N. (gli affari del conv. andrebbero bene se P. Perilli “non fosse la pietra della discordia”, spacciandosi superbo e millantatore. Gioveranno le protezioni quando egli si porterà bene), al gonf. e priori d’d’Ischia di C. (per procurare a quella gioventù una conveniente scientifica educaz.), Bochi guardiano dei minori conventuali a Velletri (se P. Clementi sarà tra gli esaminatori del collegio di S. Bonaventura, rivolgerà ogni premura al di lui fratello).

(207) Il 1° aprile ai PP. Belluomini (continua: consiglio tenuto a Passignano e P. Paoletti, prof.° Giovac. Ippoliti, P. Grossi e l’apostol. suo ministero, ci proponga i priori), Mariani a Piacenza (memoriale trasm. dalla s. congr. de’ v. e r. per esposto, verificare anche i sottoscrittori Claudio o l’alfiere Giorgio Giordani, manca del Paganuzzi, vi è di Bart. Cardinali, dei Castelli, specialm. G.B., sembrano caratteri differenti), Vinc. Gallina a Castiglione delle St. (annuale a Torino, auguri per il viaggio), Dini (Franc. Conti sarebbe partito per Budrio, analisi di alcuni artt. delle costituz., lettera dell’emo Giovanelli, a Forni non è vietato interv. al capitolo, qualora fosse fatto ‘discreto’, in virtù del ns divieto di allontanarsi da Ferrara, purché non si trattenga a Bologna più del dovuto, suo progetto di prom. Rabbi, supplica del commesso frà Fil. Pagaralli di Imola, definitori perpetui).