Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


Pagina 122 di 300       

%



     Il 17 con mons. Cossu, a Bosa, solito scambio di convenevoli, (194) poi comunica ai nobili gonfalonieri e priori a Pergola della sostituzione del lettore Giannangelo Domenichelli al posto di Bernasconi, se gradito, altrimenti altri candidati potrebbero essere od Evangelista Pallotta o Francesco Gubeddu, finalmente tornato in Sardegna. Ne informa ovviamente anche Bernasconi. Con Facchini, ai Servi, la solita giaculatoria: del quaresimale a Piacenza, ci saranno le trattenute per coprire i suoi debiti, “Proviamo a questi passi il massimo dispiacere, trattandosi di lui, ma oltre alla giustizia, che ci costringe, ci muove l’affetto, per cui lo vorremmo vedere ritornato alla stima, che si merita”.

     Essendo venuto a mancare il priore Scovoli, Caselli prende atto della prontezza ed energia del P. Filippo Padovani ad Ancona, presso quel P. inquisitore, per conservare al convento di Senigallia la carica di vicario del s. offizio, ma gli esprime francamente che l’uso di regali o denaro per conseguire lo scopo non sarebbe “maniera degna di lui, conveniente all’oggetto, e meritevole della nra approvazione”. Purtoppo il grave stato del card. protettore non gli consente le entrature opportune al s. offizio, si duole che la tanta neve caduta abbia reso impraticabili le strade, ma non perderà di vista la cosa.

     Il 21 redige ufficialmente la ferale notizia: “Essendo piaciuto al Signore di chiamare a se il fù Emo Sig.r Cardinale Andrea Corsini Vescovo di Sabina, Vicario di N.S. ed amorevolissimo nro Protettore appresso q(ues)ta S. Sede ci affrettiamo col massimo dispiacere a dargliene l’infausta notizia, sicché prendendo parte nella perdita che ha fatto l’Ordine nella morte d’un così degno Porporato, non solo eseguisca per se stessa ciò, che le detterà l’animo sensibile, e riconoscente, ma ne dia eziandio sollecito avviso a tutti i Conv(en)ti della Sua Provincia, onde a tenore delle Nostre S. Costituzioni siano prestati alla di Lui anima i dovuti suffragi. Fù il suo male di Pulmonea, e di Petto, e q(uan)do p(er) miglioramento, che poi non era che lusinghiero, si aveva fiducia di ricuperarlo, ricadde, s’aggravò, e nulla potendovi più il Magistero dell’arte, dovette l’illustre infermo soccombere religiosissimo qual visse alle ore 7. della Notte venendo il g(ior)no 19: corr(ent)e. Sia in pace il di lui luogo, e la di Lui abitazione nella celeste Sionne. Non è ad altro la pres(ent)e che per apportarli la nuova del triste avvenimento, onde senza più augurandoli dal Sig.e ogni bene ed un governo felice, con pienezza di stima passiamo a raffermarci”.

* * *

(194) La lettera del 13 dic. di mons. Cossu, dalla Sardegna, arriva a Roma il 13 gennaio; quelle dalla Corsica, di Mortini, del 20 nov., arrivata l’8 genn. e di Palmieri del 6 dic. che riscontra entrambe il 14 genn.; il 17 ai PP. Pell. Marazzani a Borgo S. D. (taglio piante), Gio Ang. Bazzoni a S. Gior. (partenza di Maggioni per Città di Castello), Gio Tommei a Senigallia (m. di quel priore, impraticabilità delle strade per la copiosa neve), bac. Rivelli a S.M.N. (prediche).