Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 24 a Mariani a Reggio puntualizza, circa il suffragio ai religiosi defunti, “l’altrui difetto non deve trattenere noi dal nro dovere” e gli dà licenza di predicare il quaresimale ai Servi a Milano; a Carlo Giberti ai Servi a Bologna, credito di P. Eusebio da Facchini, che ritiene dopo la quaresima di liberarsi da ogni debito, “Dio lo voglia”,”belle promesse e vane speranze”; a Cella a S. Giuseppe che mons. Malvasia non andrà in rota che al prossimo carnevale; a Giuseppe Gualdi a S. Giorgio di aver fatto bene a presentarsi a quell’emo arciv. onde illuminarlo delle procedure del P. Maggioni, per evitare maggior dilazione alla sua partenza; a Dini a Cesena conferma la propria intenzione che i professi Gasparoni ed Ortalli rimangano in noviziato a Bologna, come si faceva ai tempi nostri, non come si è introdotto sotto il mro Gasparini, accorda a De Augustinis di proporsi al capitolo per priore a Ferrara, quanto alle litanie di Faenza, niente osta che dall’altare dell’Incoronata si trasferiscano a quello del beato Giacomo Filippo, non tralasciando di accenderle però le candele prescritte, esponendo ragionevoli motivi alla congregazione del concilio, altrimenti le cantino due volte e per il passato si procurino l’assoluzione e sanzione; ad Antommarchi, ancora nulla di positivo intorno ai conventi di Corsica. (187)

     Tale e tanto è il prestigio di Padre Caselli, che il duca di Parma ha preso in mano ‘in primis’ le questioni e carteggia direttamente con lui, che così il 27 risponde, nella maniera astuta del diplomatico in carriera, dimostrando di sapersi ben destreggiare, pur rispettando il rigore protocollare delle corti, nel far valere i diritti della religione.

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(187) Il 24 ai PP. Amadio Baldini a Rimini (quella ch. monum. perpetuo dei suoi meriti, ossequi al vesc. ed al f.llo vic.° gen.), Giberti ai Servi (indulto messa solenne votiva dell’Addol. per la dom. di Passione), Cella a S. Gior. (pag. 40 sc. all’ab. Ferrini), segue sfilza di auguri, che ricambia, con assegnazione di quaresimali e qualche sferzata, ai PP. Luigi Calza ai Servi, Bonf. Cotta e frà Bonf. Casacci a Foligno, Gius. Gatti a Forlimpopoli, Am. Davide a Montefano (quar. di P. Pontremoli), Fil. M. Battelli a Narni (senza recedere dai sentimenti manifestati), Ag. Casotti ai Servi (novizi), Cam. Bruschetti a Parma (assista P. Ferrari nella disp. di teol., per Griffini prematuro, vuol il quar. di Castelnuovo di Sotto, prima renda conto del tempo ripetut. trascorso fuori e con quale licenza), Stef. Antommarchi a Reggio (dispute dei PP. Manca, Vallini e Siffredi), Franc. Lomi a Montecchio (buone notizie dei collegiali), il 27 ai PP. Carlo Ben. Silvetti a Sabbioneta, Paolo Marchetti a Castiglione dello Stiviere (quar. a Milano ’96), Gio Ang. Fil. Porro a Venezia (quar. a Verona), Lor. M. Ferri a Rimini, Gius. Fil. Natali a San Gior., Gio Ang. Belluomini a Gubbio (fogli di Fabio Guerri e Simi, fù Zannutis, P. Bernasconi prenderà il posto di mons. Argelati in S. Nicola), Luigi Ant. Perrando e Bart. Ballester a Genova, Erc. Ant. Bonanomi a Milano (prof.° Curti e detestabile suo vizio, P. Borroni, mons. Argelati e “il celebre viaggio”, oraz. a fav. di quella congreg. “che ha pure ottenuto molto mercé l’ultimo noto editto”), Pier Franc. Viecha a Mendrisio (buon credito di quel collegio, zelo e prudenza, novizio Pell. Bellossi stud. di morale, dovr. stud. un po’ di logica), don Gio Donati a Lucca (ricev. rescr. a mezzo Ballarino per l’erez. della comp. de’ Sette Dol. nella parr. di S.Croce a Ponte a Serraglio, clausola di Clemente VIII, bolla idem, per deroghe ricorr. alla s. sede presentando mem.), il 31 ai PP. Vinc. Gadini a Pesaro (quar. a S. Gior.), Luigi Grossi a Faenza (quar. a S.M.N.), Gio Fil. Pontremoli a Budrio (quar. a Montefano), Gius. Bevilacqua a Faenza (quar. a S. Marcello), Bonf. Pichi a Rimini (quar. a Fontana, per agevolargli l’accesso al capitolo prov.).