Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 21 a Piermei a Firenze, quanto ci aveva consolato la nuova del ripristino del convento di Pistoia altrettanto ci ha afflitto la notizia delle pericolosa malattia del P. prov. Vivarelli, principale attore nella faccenda, per il suo merito e l’amicizia contratta. Nel trasferirci a Bologna, passeremo per quella capitale (Firenze), così potremo discorrere anche sulla destinazione del reggente Giusino, auguri al P. provinciale e congratulazioni a P. Sgatti.

     Il 24 al reggente e priore Pier Francesco Viecha a Mendrisio, trovatosi in divergenza col proposto, commenta che ora intenderà quanto fossero “ragionevoli le nre renitenze all’erezione di quel Convitto o Collegio” ed ancor più l’opposizione all’inconsiderata petizione, replicata con tanta insistenza anni fa da lui, d’introdurre le donne per servizio di quei giovani e, se ciò fosse avvenuto, sarebbe ora già decisa a nostro danno la causa, fortunatamente abbiamo osservato scrupolosamente le condizioni apposte dal rescritto della s. c. de’ vesc. e reg.; quanto alla carica di superiore, occorre sentire la dieta del 3 giugno, ma le nostre lettere non possono giunger colà in tempo: quando i superiori della prov. inizieranno la visita, si terranno presenti le sue premure verso il bacc. Ferrero, “le circostanze presenti però non sono molto favorevoli” percui può darsi che si debba protrarre la promozione. Per ora non rimane altro che pregare e far pregare i giovani.

     Anche a Schiavi a Tortona prevede che la missiva non giungerà in tempo,“stante il ritardo esorbitante che qui soffrono le lettere”, questa non sarà a Bologna che il 29, rilevata il 2 per arrivare a Tortona il 4. Non volendo tuttavia lasciare la sua senza risposta, anche per il riguardo che gli usa nel farne le veci nella dieta, gli delucida la prassi da seguire.