Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Lettera che, ben condita con il solito garbo della schiettezza, con pizzichi di ironia ben dosati, esprime l’anelito alla trasparenza ed alla modernizzazione dalla vetuste incrostazioni che avevano imperato nei decenni precedenti. Abbiamo constatato e vedremo ancora in seguito quante pretese rampanti dovrà vagliare e, spesso, demolire.

     Il 25 anche a madre M. Innocenza Santarelli a Portaria “se l’affare di quel raccomandato P. Mussoler può con modi legittimi arrivare a segno, che nulla manchi fuori della nra approvazione, memori della di lei premura, avremo p(er) essa quella considerazione, che meritano, in caso diverso d’uopo sarà che noi rimaniamo col dispiacere …”.

     Con P. Alessandro Piermei a Firenze si compiace che voglia riordinare le memorie lasciate dal defunto P. Tozzi, relative agli Annali dell’Ordine, aggiungendovi i Decreti dei Capitoli Generali dal 1726 in poi, di cui si occupò P. Cardi Cigoli che glieli trasmetterà in copia. “Benedica il Sig.re questa sua occupazione, e faccia sorgere per noi tempi migliori, onde facciasi luogo alla continuazione degli Annali che sarebbe molto bene appoggiata a lui”, aggiungendo che del ripristino del convento di Pistoia, pur lusingandosene, scorge purtroppo per la stranezza dei tempi la difficoltà; procuratore gen. e segretario gli ritornano i loro rispetti.

     Si compiace con P. Gianangelo Locatelli a Senigallia, essendo prossimo ad assumere, per volontà di Sua Eminenza, le lezioni filosofiche in quel seminario. (135)

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(135) Il 25 ai PP. Vinc. Graziani a Todi (stanza per Am. Guiducci), Luigi Grati a S. Fior. (quar. nella parrocchiale di Monte Corvo, pat. conf.), Lodi ad Imola (recalcitrante ad andare a Bologna), Giulio Ant. Rossi a Montecchio (P. Sbaraglini pretende una destinaz. dopo aver solenn. rinunc. al suo conv. di Reggio, trovi lui chi lo prenda, licenza per quar., se è stato nom. dal vesc. di Novara, nella collegiata di S.M. Maggiore in Val Vigezzo, purché viaggi vestito da rel.; se vuol secolarizzarsi, nessuna opposizione, ma fin che non è sciolto deve ricordare i suoi voti ed onorare l’Abito), a don Salv. Morgagni parr. a Roncalcasi/Forlì (la facolta che abbiamo è di “destinare Sette Altari nelle chiese per l’acquisto delle indulgenze concedute ai Sette Altari di San Pietro di Roma”, ma “non possono supplire le sole imagini de’Santi”).