Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 18 a Vallaperta a Guastalla augura buon viaggio per la predicazione ad Alessandria e ritorno dove la cappellina rifatta è “prova delle amorevoli sue premure”. (133)

     Don Bernardo de Olea Rodriguez de Valderabbano il 21 gli scrive una lunga lettera da Leon, in Spagna, per esporgli che i parroci volevano impiantare la congregazione della Madonna del Mercato, se avessero avuto il permesso dal vescovo, ma poi l’exequator tardò, lui dovette partire per assistere la madre anziana, al ritorno il parroco gli frappose molti impedimenti nella processione, malgrado l’appoggio di oltre 900 confratelli e siccome monsignore era fuori in visita, non v’era chi potesse dirimere le controversie. Tornato il prelato, da giudice d’appellazione è divenuto il ‘panegirista’ del suo zelo, concedendogli di sviluppare la propria congregazione che è tutta di Passione di Cristo, dolori della Sua Santissima Madre, fissando giorni, modalità, preghiere, processioni, percui chiede licenza per l’erezione della Compagnia de’ Sette Dolori. (134)

     Il 22 al P. Gaetano Angelo Mariani a Reggio, oltre alla destinazione di P. Sbaraglini, lo informa che trasmetterà tra breve la citatoria per quel convento, ritenuto luogo opportuno, spiacente solo di non sapere se le circostanze gli permetteranno di intervenirvi. L’altro capitolo provinciale potrebbe esser tenuto, secondo P. Bernasconi, a Santa Maria Nuova.

     Restituisce con il proprio parere al card. protettore Andrea Corsini una memoria avuta dagli “Emi Cardinali Inquisitori” a favore di P. Buscaglia il quale, essendo stato per 18 anni vicario del sant’offizio a Pergola, farebbe supporre che quest’impiego gli sia stato d’impedimento a proseguire studi e letture onde giungere al magistero, poi essendo stato priore per 14 anni ed essendosi lungamente dedicato alla risoluzione di casi in qualità di teologo di mons. vescovo, chiede d’esser dichiarato maestro. Ritiene ragionevole che a chi si impegni in altri compiti non debba esser pregiudicata la carriera ma, ad onor del vero, fin dal 1750 era uscito dal corso regolare degli studi, dimesso nel 1752 per demerito, perciò per i 24 anni prima che fosse fatto vicario era già fuori da quella carriera, “Nulla ha quindi scapitato coll’impiegarsi al Sagro Tribunale, che anzi di molto ha profittato, essendosi procurati con ciò moltissimi riguardi, dei quali altrimenti non avrebbe goduto. La carica di Priore … non fa merito per il Magistero, bensì il Magistero per la carica di Priore”. Ed avendola avuta per 14 anni sembra che dovrebbe accontentarsi. Se ha servito 5 o 6 anni come teologo del vescovo, ha fatto bene ad occuparsene, come fanno tanti altri, senza pretendere dal loro ordine, ad eccezione del lustro che comporta, avendo infatti goduto della carica di priore per più anni, a differenza di tanti altri. Osservando scrupolosamente le disposizioni del capitolo generale, che prevedono il magistero come fatto di studi, pubbliche dispute e rigorosi esami, per evitare gli abusi del passato, percui i provinciali hanno inserito il divieto al generale ed al procuratore generale di favorire petizioni di tale natura, se non in rarissimi casi da approvarsi dal definitorio della provincia di spettanza, “Non può pertanto il Generale aderire da se alla petizione del P. Buscaglia, senza mancare notabilmente ad uno dei principali doveri della sua carica”, provando rammarico di non potersi uniformare alle autorevoli premure ma altrettanto spera dall’equità e che non solo vorrà degnarlo di benigno compatimento, ma vorrà procurarglielo eziandio presso gli Emi Sig. Cardinali della Suprema, soggiungendo “Sono parecchi i Vic.i del S. Offizio che per grazia dell’EE LL ha attualmente in più luoghi e Città, ed ha avuti in passato la Religione de’ Servi, fra i quali molti se ne contano graduati, e Uomini di saviezza, e dottrina” senza aver mai chiesto veruna graduazione, il solo P. Buscaglia, in tempo appunto che la Religione tutta è impegnata a riformarsi, ha avuto il coraggio di distinguersi. “Nel che se l’EE LL stimeranno di doverlo esaudire, venererà il P. Generale come deve le superiori determinazioni”, quindi “bacia la Sagra Porpora”.

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(133) Continua (a Montefano tutto quieto, quar. P. Bonf. Pichi, avvento P. Zampa, P. Boni), il 22 ai PP. Didimio Taschini (pat. conf.), Franc. Solinas a S.M.N. (dimissoria prof.° Perilli, questioni debitorie), Gius. Farini a Ravenna (quar. in qualche villa di quella diocesi, “avuto il permesso del pulpito”), Bernasconi (dimissoria Perilli, conf. al P. Taschini a Viterbo, collocherebbe P. Am. Guiducci a Foligno ma i parenti potrebbero disturbarlo troppo, come asserisce il f.llo bacc., Perugia ben provveduta, non resta che i Servi a Bologna, ma occorrono le spese di viaggio, ha provato a chiedere alla famiglia, sentirà la risposta, a Foligno oltre al prof.° Guiducci vi è anche il prof.° Caroselli), Carlo Ben. Silvetti a Sabbioneta (aug.).

(134) O.S.M., 17, Caselli., lettera in lat. con traduz. in it.