Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 20 al P. Giuseppe Natali a S. Giuseppe, spiacente per l’incomodo chirurgico, “desideriamo dal Sig. una sollecita guarigione”, apprezza che per le pressioni del card. arciv. abbia acconsentito a ricevere un altro francese, oltre ai due, non potendo che approvare, malgrado le circostanze economiche di quel convento, trattandosi di atti di carità religiosa verso dei rifugiati. Al P. Facchini ai Servi, sorpresa che non si sia fatto vedere quando era a Bologna, ed abbia fatto stampare il suo Panegirico senza l’autorizzazione generalizia, necessaria secondo le costituzioni dell’Ordine. “Ci rallegriamo ciò non ostante con lui di questa sua produzione e lo ringraziamo della copia … che abbiamo letta di volo non senza diletto”. Consolazione per i suoi risparmi e cure per tacitare i creditori, lodando anche il proposito di cooperare alla pace del suo convento. Consente che predichi l’Avvento in Terra di Sant’Agata e la Quaresima a Verona, avendo destinato altri a Ravenna.

     Il 23 con fermezza ed astuzia affronta il gonfaloniere e priori di Montefano ribadendo che il convento di S. Filippo appartenga di competenza ai rispettivi provinciali, ma con due sacerdoti francesi poco utili all’uopo, si vogliono ora non sette ma addirittura otto confessori, “ci si minaccia di far valere le ragioni militanti a favore di quella Comunità, come se avessimo mai negato di valutarle quando meritano”. (121)

     Il 27 deve redarguire il priore Panichelli a Passignano, per un memoriale ‘umiliato’ alla sagra congregazione de’ vescovi e regolari, con cui lo si accusa non solo di aver riempito il calice sino all’orlo, con pericolo che potesse rovesciarsene parte, ma, frequentando casa sospetta, è stato visto fare atti ‘disonesti’, perfino toccare il seno di una donna, percui lo invita a ‘purgarsi’ in debita forma, con opportune penitenze.

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(121) Il 23 a frà G.B. Lavagna a Passignano (C. è stizzito, per la posata, definisca col prov.), ai PP. Pell. Marazzani a Borgo S. D. (indulto per l’oratorio privato per i ns. religiosi, “assai amplo”, “per somma clemenza di Sua Santità”, rescritto per messe e sacram. della penit. ed eucar., ne renda inteso però quel mons. vesc. facendogli i ns. ossequi. Da queste ns premure prenda ad interessarsi al conv., lasciando da parte ogni puntiglio), Gio Ang. Mazzasogni ai Servi (PP. Grossi, Boselli, prof.° Ciceri, istruirsi in latino).