Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     In pari data redarguisce P. Luigi Vaccari a Bardi per la disinvoltura con cui ha mancato di arrivare a Parma per la visita generale, nel rimettere solo i registri contabili, “Non essendo Noi il visitatore soltanto dei Libri, ma altresì e principalm(ent)e de’ Religiosi”, essendo venuto meno così ai suoi doveri. Il 22 rettificherà che se gli avesse esposte le circostanze “si sarebbe risparmiato il Nro risentimento” (assistenza ai massari per la raccolta, rifacimento del finestrone della chiesa col soccorso dei benefattori, dolorosa flussione, infine per non lasciar P. Bovini in balìa del Faloppa, che appunto di questo disgraziato avrebbe voluto parlare con lui e con il provinciale). Insomma, un semplice malinteso, ma quello che a noi interessa, in particolare, è scovare tutti i lati del temperamento, or mite or severo, del Caselli. Con Prosperi il 13 tratta del priore di Napoli, Ottaviano Colacicchi, al quale ha ieri scritto chiedendogli se potesse visitare il convento di Benevento ed esaminare i libri contabili, “riservando a Noi qualsiasi rilievo”, invece per il memoriale spagnolo con la facoltà di delegare, se ritiene di non poterlo fare ‘de mandato’, lo invii a Bologna, ricorda che a frà Giacomo Ramponi era stato proibito di noleggiare apparati, tratteggia sulla Garofola, su quanto enunciato al P. Vallaperta, sulla licenza al bacc. Guiducci di recarsi a casa. Con Piermei ai Servi felicemente arrivato a Bologna, dà appuntamento per l’8 settembre, a Dini a Ravenna, riscontrando la sua da Rimini, “lunedì prossimo partiremo per Guastalla”.