Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Abbiamo visto, a volte, il convento come ‘refugium peccatorum’ dove molte famiglie scaricano i loro figli, spesso assai caratteriali, alcuni persino con gene delinquenziale, che, attraverso vari maneggi, vengono affiliati. Vi è però un altro aspetto, quello della pietà che si consuma nei chiostri, esaminiamo ora un caso di un genitore con un’ alta carica che, anche per questo, crede di poter alzare la cresta, ma Caselli, con molto garbo e fermezza, gliela abbassa.

     Infatti, il 13, da Parma, scrive una lunga lettera al sig. Gio Batta Alomello a Torino, circa i suoi due figli, i PP. Gio Batta e Domenico, dapprima delucida delle questioni d’ordine amministrativo sulla loro ‘dote’ che egli sbandiera, ma gli dice chiaro che se lui non sentirà maggiore umanità e carità sarà costretto a secolarizzarli: sul primo punto, Caselli ha impartito le opportune disposizioni per regolare tutto al meglio, ma sul secondo “sa molto bene lo stato di uno dei suoi figli, che d’uopo è tollerarlo, secondarlo, dove si può, e compatirlo con molta pazienza, e tanto appunto abbiamo saputo e veduto che si fa”, fatica per indurlo al coro con puntualità, dargli qualche denaro per comprarsi qualche inezia, lo si indusse a fare qualcosa, a cantare, un po’ sì e un po’ no. Da ciò vede che sono questi padri da compatirsi, neppure si è riusciti a fargli fare la comunione dopo 15 mesi, nemmeno per interposizione del fratello P. Domenico. Gli precisa che non spetti a loro promuovere la secolarizzazione ma, se lui vuole, non troverà la minima opposizione. Poi, il convento di Borgo San Donnino è in ristrettezze e, se suo figlio dovesse peggiorare, sarà sempre un gran problema collocarlo in un altro convento, anche pagando. I Padri gli hanno già fatto istanza per rimuoverlo, ritenendolo per di più soggetto pericoloso, ed il fatto che sia in custodia al fratello non basta, non prestandovi in realtà alcuna assistenza. Comunque, nel corso della visita, non mancherà di approfondire ulteriormente.