Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     Il 20 al P. Benizio Bottacci a S. Giuseppe, oltre ai libri per le conclusioni e le congratulazioni agli studenti, per la “conclusione del Nro Nipote non si dia pena se non è stato come aveva Egli ideato, attese le circostanze, di due giorni, essendo ben sufficiente un giorno di disputa a dimostrare il talento d’un giovine, quando l’esito corrisponde, come abbiamo motivo di credere, che abbia corrisposto felicemente”. Insomma, invece di esser consolato è lui che consola. Continua concedendo al P. Antonio Gualdi di recarsi a casa, ma per l’apertura degli studi si trovi a Guastalla. “Nulla (g)li diciamo dell’esposizione, e delle due dis(s)ertazioni premesse, perché abbiamo bisogno di tempo per leggerle. Da una scorsa però data in qua, e in là non tralasciamo di consolarcene”. (73)

     Il 27 al P. Agapito Boccanera a Città di Castello, non potendo assegnargli il collocamento richiesto, potrebbe avere la reggenza di Montefano. A don Bernardo de Olea Rodriguez de Valderabbano, canonico penitenziere e priore della cattedrale di Leon, in Spagna, invia, su richiesta del famoso diplomatico cav. de Azara, la patente per l’erezione della compagnia de’ Sette Dolori con annessi e connessi (se non si è risposto alla seconda richiesta è stato perché si attendeva qualcuno che passasse a ritirare tutto). Comunque, per le tre lettere son stati pagati 18 paoli, oltre ad altri 10 per questa spedizione. Un bel malloppo!

     Il 30 invece, spedendo al dott. Withs Righi a Marta, presso Montefiascone, l’Uffizio dell’Addolorata stampato in Napoli, essendo esaurita anche la quarta edizione fatta a Roma da Salomoni, può scrivere “La spesa è una bagattella, non si preoccupi”. Precisa che il libretto romano non ha i rami, mentre quello lì sì, ma grossolani, poiché ritoccati più volte: abbiam notato che ha molto spirito di osservazione.

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(73) Il 20 ai PP. Mich. Rivelli a Pesaro (pat. conf.), Fil. Verandi a Parma (quanto accad. a Savona, divulg. a Bologna, deve giudic. P. Testafochi, il credito di 28 scudi da P. Paoletti, lo documenti onde farlo reintegrare, non subito, avendo molti debiti e detenuto sotto processo. Ma aggiunge, non sappiamo perché, una stoccatina: “Preghiamo intanto il Sig. di assisterlo colla Sua Santa Grazia onde non ceda egli mai ad alcuna tentazione contraria ai doveri del p(ro)prio stato”), Pell. Lena a S. Gior. (bacc. Brini e P. Chionio, faccia conoscere le loro qualità), Fil. Matteucci a Città della Pieve (prof.° Luigi Morelli, desiderando i PP. di Mendrisio venga collocato a Roma, ma vi sono già due altri, tuttavia si potrebbe mandarlo con gli stud. Damiani e Fellini). Il 23 ai PP. Giul. Ant. Rossi a Montecchio (collegio e stud.), Gio Ang. Stabilini a Reggio (priore di Montecchio, far posto ai nuovi stud., prof.° Besozzi, bacc. Silvetti, furto al fattore “è cosa atroce vedere, come da poco tempo in qua si sentono furti fatti ne’ Nri Conventi”,”ma che tenesse in camera quantità così grande di denaro”. Disgraziato Faloppa recidivo, se si facesse chiudere in una fortezza, costerebbe un po’ caro, ma un caso in Piemonte ha portato effetti mirabili. Per unire le prov., non devono esser indigeste, ma ben equilibrate. Buon viaggio per Milano, dove lo chiama un interessante affare).