Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte seconda)


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     La lettera si commenta dassola, per le sue stravaganze e la genericità di mere promesse che non stanno né in cielo né in terra. L’unico punto valido sarebbe contenuto nell’ultima frase, percui il cardinale segretario di stato risponde loro pacatamente che avrebbe sentito, in proposito, il sovrano pontefice, ma La Flotte, latore di questo ‘diktat’, rimarca il proprio proposito, essendo venuto appositamente a Roma da Napoli.

     Leggiamo anche la Copia di biglietto scritto da Monsieur Makau Incaricato d’affari di Francia a Napoli a Monsieur Besville (sic!) dei Francesi a Roma:

     “Il Cittadino La Flotte è mandato da me a Roma perché nel termine di 24 ore innalzi a qualunque costo le nostre armi. Voi gli darete mano sotto pena contravvenendo della perdita dell’impiego, e della indignazione della Repubblica”.

     L’11 Makau scrive sgarbatamente e con tracotanza al Segretario di Stato card. de Zelada:

     “(Abbiamo) usato con V. Em. il linguaggio di pace e di moderazione. Adesso mi conviene cambiar stile. Spedisco il Cittadino La Flotte con istruzione di alzare colla forza se non colla convenienza le armi della Repubblica al Consolato. Io non Le scrivo questo per chiederle il consenso. Le grandi Nazioni non si avviliscono tanto colle picciole Potenze, che anzi la volontà di quelle deve essere a queste di Legge. Scrivo, perché sappia, che in caso d’opposizione, l’avrò per una solenne dichiarazione di guerra”.

     Non sono finite le villanie. Il 13 Besville al Seg.° Zelada: