Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte prima)


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     Se, secondo Francesco De Sanctis, aveva ‘Dante nell’orecchio e Virgilio nell’immaginazione’ non basta per accertare se sia autentica poesia la sua, anche se egli è veramente mirabile come ‘traduttor dei traduttor d’Omero’, ossia un grande della penna, per la disinvolta padronanza nel forgiare versi, belli, eleganti, plastici, coloriti, a volte vi si intravede una possibile profondità, incisivi, ma poco sublimi, poiché scritti più con la mente che con il cuore, con l’inchiostro più dell’opportunismo che per virtù civica morale vera e vissuta. Tanto più che questo nostro ‘debol parere’ collima con quello ben più autorevole di Leopardi, ossia di un intenditore a trecentosessanta gradi, che lo definirà “poeta dell’orecchio e dell’immaginazione, in nessun modo del cuore”.