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Una sospettosa diffidenza aleggia tuttavia nell’aria, come si evince da una lettera del Palmieri in questo carteggio del 9 dicembre 1788: “Abbiamo avuto un certo Ab. Spina che si è trattenuto in Pisa molti giorni: egli è amico di Lampredi, ed è uditore del Maggiordomo Pontificio. Questa sua fermata in tempo che dovrebbe essere al suo impiego in Roma ha suscitato molti sospetti, e molto più le sue relazioni”. (99)
Anche quest’anno il Diario Ordinario dà notizia che Caselli il 6 gennaio 1790 ha pronunciato ‘la solita orazione latina’ nella cappella pontificia, al cospetto del pontefice, di 22 cardinali, nonché degli insigni personaggi ammessi, come di consueto. Purtroppo, non abbiamo il testo di questa omelia, ma possiamo approfittare di queste poche righe a disposizione per veder chi siano gli altri generali e procuratori generali: i Domenicani Baldassarre de Quinones* e Tommaso Cerboni, i Minori Osservanti Pasquale di Varese e Giacomantonio di Frascati, i Minori Conventuali Giuseppe Maria Medici e Michel’Angelo Sola, gli Agostiniani Stefano Agostino Bellisini e Domenico Piccini, i Carmelitani Giovanni Tofano e Lodovico Le Roy, i Minimi Vincenzo Castrillo* e Giuseppe Fullana*, i Mercenari Pietro Nolasco Mora grande di Spagna di prima classe e Salvatore de Moya*, i Minori Cappuccini Angelico da Sassuolo e Tiburzio da Giusseio, i Trinitari Pietro Chauvier elemosiniere di S.M. Cristianissima e Antonio Quebedo*. (100)
(99)
Anche M. BATTISTINI, G.M. Lampredi a Genova nel 1789, “Giorn. St. e Letterario della
Liguria” lug.-dic. 1928, p. 236.
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