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Nel 1786 Leopoldo I di Toscana ha promulgato il nuovo codice penale, abolendo tortura e pena di morte. Il vescovo di Pistoia e Prato, Scipione de’ Ricci, d’intesa con lui, ha convocato il sinodo per promuovere una riforma ecclesiastica in senso giansenista. (82) Giuseppe II ha promulgato la prima parte del nuovo codice civile (proprietà e diritti delle persone). Morto Federico il Grande, gli succede il nipote Federico Guglielmo II. Poi, Giuseppe II nel 1788 promulga il nuovo codice penale; riduce i Paesi Bassi a provincia austriaca e scoppiano tumulti a Lovanio ed a Bruxelles; in Crimea incontra Caterina II. (82) Gli scritti del Sarpi avevano un posto d’onore nelle biblioteche dei giansenisti e mons. de’ Ricci ne voleva addirittura un ritratto, in Pietro SAVIO, Devozione di mgr. Turchi alla S. Sede, pp. 236-37; nella biblioteca del futuro card. Spina (al Seminario di Genova) vi è il Trattato storico-dogmatico-critico delle indulgenze, seconda ediz., Prato, 1787, in cui vien evidenziato l’abuso di esse e la non chiara definizione del concetto. |