Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte prima)


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     L’8 nel primissimo pomeriggio vengon tutti ricevuti nel palazzo vaticano, per la somma clemenza del SS. in Cristo Pastore e Signore nostro Papa Pio VI, compresi altri padri residenti a Roma, per esser ammessi al bacio dei santissimi piedi e ricevere la consueta indulgenza.
     Il 9 dopo i vespri vengon resi pubblici gli atti del capitolo generale, a laude e gloria dell’Onnipotente, della Vergine Dolorosa Madre Patrona e Signora nostra, di tutti i Santi dell’Ordine. (76)
      Nell'assumere le proprie funzioni, il nuovo procuratore generale dell'ordine inizia subito a redigere memorie, in lingua italiana o latina, secondo i casi, rivolte alle varie sacre congregazioni ed agli eminentissimi cardinali che ne sono a capo. I responsi di questo primo nucleo sono firmati principalmente del card. De Zelada, quando sia altro porporato lo indichiamo tra parentesi. Può essere che qualche relazione sia stata formulata dal proc. gen. precedente, ma ovviamente ora tocca comunque a lui dare esecuzione ai rescritti. In questo semestre troviamo agli atti di un censo chiesto dal convento di Gubbio (card. Pallotta, 28 giugno), abito del converso Giacomo Monina di S. Fiorenzo a Perugia, appartenente alla provincia mantovana, il 27, il 12 luglio per il P. Giovanni Felice Arrighi di godere dei privilegi di maestro, il 19 per eleggerlo priore di S. Maria Nuova (card. Boschi), il 29 per difetto di messe dei Padri di Civitella (card. Pallotta), il 28 proroga di sei mesi a casa per P. Teobaldo Aliberti, di Sommariva del Bosco, il 9 agosto per promuovere al magistero i Padri Gregorio M. Squarcina, Antonio M. Venturini, Gian Paolo M. Marastoni, il 18 censo per il convento di Ancona, il 6 settembre per la vestizione di Bernardo Taddei a Lucca (card. Boschi), il 7 assoluzione per prestito ad Alessio Selleri (mons. Origo), il 12 per dare a livello un campo ad Alessandria.
      Sua Santità il 15 settembre benignamente annuisce alla seguente richiesta dei padri serviti, rivolta alla sacra congregazione, come attesta il rescritto del card. De Zelada:

      “Il Genle e Procre Genle dell' Ordine de' Servi di Maria con tutto l'ossequio espongono all' EE.VV. che i Religiosi del Loro Ordine esistenti nel Convto di S. Gio: Batta di Mendrisio Baliaggio de Sovrani Cantoni Svizzeri in Prov(inci)a Regolare di Piemonte, e Diogesi di Como avendo assunto il peso delle Pubbliche Scuole, che con vantaggio della Gioventù esercitano in Luogo annesso, benché separato dalla Clausura del Convto, sono ora pressati dai Sig:ri del Borgo ad ammettere nel Convto medesimo un Convitto di Giovani per attendere alla buona Loro educazione non tanto nelle scienze, quanto ancora nella pietà, e virtù Cristiane, non essendovi in d:° Luogo altro consimile Istituto. Supplicano perciò la somma clemenza dell' EE.VV. delle opportune facoltà, onde potere ammettere il Convitto sud:° Che della Grazia Etc.
      Ex Audientia Ssmi habita ab infrapto Domino Sub Secretario Sacrae Cong.nis E(pisco)porum et Regularium sub die 15: 7bris 1786: Sanctitas Sua attentis expositis, benigne annuit pro gratia dummodo retineantur in Seminario clauso ad instar Novitiatus, sub cura specialis Directoris, seu Magistri. Romae

F.X. Card. de Zelada

      Ph: Ad:tus Zuccari Sub Sec(reta)rius”.

      Continuando a scorrere le carte, il 22 settembre per P. Angiolo Giuliani per continuare ad intrattenersi a casa, l'8 novembre per il converso soprannumerario Pietro Brambilla a Mendrisio, località i cui Padri hanno rivolto una supplica al Papa per ottenere l'assoluzione dalla sacra penitenzieria per debiti risalenti al 1778, il 15 affinché il P. Pellegrino Cella possa continuare a fare da vicario a P. Carlo M. Roffeni, malgrado il difetto dell'età (27 anni anziché 35), per il converso Giuseppe Matteucci a Montefiascone (card. Boschi), figliolanza di P. Carlo Pizzolo a S. Fiorenzo a Perugia, il 9 settembre (forse novembre) per un censo al convento di Cesena (card. Pallotta), il 21 al convento di Asti per poter affittare un terreno, il 22 per difetto di età di Giuseppe Francesco Leca e Giovanni Mariani in Corsica (card. Boschi), il 9 al convento di Salsomaggiore, per tagliare alcuni noci (Card. Carafa), il 14 dicembre Luigi Amadio Ghersi per potersi laureare, essendo dovuto partire dal collegio di S. Marcello (Carafa), il 22 per dare in enfiteusi quattro case del convento di Ferrara.
      Non basta: il convento di S. Marcello chiede per un censo onde poter ricostituire degli argenti spariti anni prima; gli algerini hanno assaltato la speronara che da Livorno si dirigeva in Sardegna ed è andato perso un memoriale con il rescritto della sacra congregazione della disciplina regolare, percui se ne fa copia per un novizio di Cuglieri.
     Nel copialettere dei procuratori generali troviamo che il 2 gennaio 1787 Gio Angelo Caselli ottiene la facoltà di usare la parrucca, che occorrerebbe anche al sacerdote professo Filippo Fabbrini, il breve per la festa di S. Giobbe a Racconigi, al P. Giovanni Sartori, di Venezia, di disporre di mille scudi per opere pie. Vedremo che la corte di Roma entra in tutti i meandri della vita civile e religiosa. Ai nostri occhi più degni di nota sono le facoltà concesse a Michel Angelo Borri il 1°settembre 1787 di conseguire il titolo fuori sede, essendo impegnato a Mendrisio, ed a Giovacchino Bodrati l’8 di esser promosso al baccellierato. Del 28 ottobre altra supplica al papa per Bonfiglio Contei che, lasciato il 5 gennaio 1785 il convento di Sant’Angelo in Vado, si è recato al convento di Napoli in incognito, ma non essendovi stato ammesso è tornato, senza tuttavia mai lasciare l’abito, salvo nell’Urbe, dove era in incognito, celebrando nei vari conventi lungo il percorso, fino a maggio, poi ha scontato tre giorni di clausura a S. Marcello: fa ricorso per ottenere un qualche sgravio della meritata pena; udito quanto esposto da questo prestigioso procuratore generale, gli vien concessa l’assoluzione, con obbligo di esercizi spirituali e litanie in ginocchio alla Beata Vergine Maria. Il P. m.ro Sostegno Calmieri, chiamato dalla loro madre, Virginia Brunelli ved. Giacobini e dal tutore march. de Silva, ad assistere due pupilli a Livorno, con parere favorevole del Caselli. Tutte queste pratiche vengono rivolte, ‘more solito’, al card. Carafa, prefetto, e mons. Giulio della Somaglia, segretario della sacra congregazione de’ vescovi e regolari e futuro segretario di stato di Leone XII, o di altri porporati di altre congregazioni competenti, secondo i casi, come il card. Giovanni Carlo Boschi, pro-prefetto della sacra congregazione della disciplina regolare, F. De Lascaris segretario, il card. Guglielmo Pallotta (77) della sacra penitenzieria, con Giulio Gabrielli segretario, uditore mons. Carlo Origo con Dorelli segretario, il card. Riminaldi della sacra congregazione super disciplina, con N. Buschi arcivesc. di Efeso come segretario, o il card. Gerdil, oppure di ponenti come il card. Livizzani o il card. Archinto. (78)

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(76) Registro Procuratori Generali (1786-1792), Appendice, ff. 447-48. Questo registro, compresa l’appendice, è suddiviso secondo i seguenti anni e relativi fogli: 1786, 1-29, 447-48; 1787, 3067, 448-51; 1788, 67-141, 451-55; 1789, 141-81, 455; 1790, 181-222, 456; 1791, 222-61, 456-59; 1792, 261-76, 459. Il bacio del piede, probabilmente di origine orientale, simboleggiava il bacio della saggezza.

(77) L’arma con galero a sei nodi di mons. Guglielmo Pallotta (1727-95) è rappresentata nel conio di una delle monete della ‘sede vacante’ del 1774, quando era tesoriere generale, poi card. nel 1777, prefetto della sacra congreg. del concilio (per interpretare i decreti del concilio di Trento) fino alla morte, e gli succederà il card. Giulio Gabrielli.

(78) Registro Procuratori Generali 1786-1792, v. 34, ff. 1-30, 49-50, 55-58 e 61. Il registro per il 1787 arriva al f. 67.