Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte prima)


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     Impossibile non ricordare le ascensioni del globo aerostatico del march. Ambrogio M. Ghilini ad Alessandria, il 17 gennaio 1784. Le gazzette italiane non mancano di darne notizia. Anche i nostri hanno un’importante tradizione: quando Andreani ed i fratelli Gerli effettuano le loro ascensioni, esce un opuscolo di Francesco Bianchini, dedicato ai serviti PP. Giuseppe Antonio Brusa e Luigi Poletti, per esser “riusciti per primi a far replicati esperimenti” a Bologna, dove anche il loro confratello Girolamo Maliardi ha organizzato un gabinetto di fisica e nel 1787 fa volare anche lui un aerostato. (69)
     La Danimarca, con il richiamo al governo del conte Andreas Peter Bernstorff nel 1784, attuerà profonde riforme economiche, politiche e culturali.
     Nel 1785 con il trattato di Fontainebleau, Province Unite ed Austria compongono i loro dissensi. La Francia, promotrice, firma un’alleanza con esse, contro l’Inghilterra. Procede la lega dei principi tedeschi.
     

La missione in Svizzera (1785)

     Il 22 marzo 1785 Caselli visita ancora il convento di S. Maria in Via a Roma. (70) Poi si mette in viaggio.
     Il P. gen. Costa da Todi scrive a Caselli a Racconigi, il 17 aprile, in merito ad alcune assegnazioni. (71) Qui, nel convento della SS. Trinità si celebra il capitolo provinciale ed il 26 aprile Caselli esce eletto provinciale del Piemonte. Costa, da Roma, scrivendo a Caselli a Torino il 7 maggio, non solo si congratula con lui per l’ottenuto provincialato, ma lo nomina delegato per l’affare del Canton Ticino. Il 14 gli riscrive in merito alla sua prossima partenza per Lugano ed il 28, oltre alle ulteriori disposizioni circa il suo viaggio di Delegato dell’Ordine a trattare con le autorità cantonali svizzere, lo nomina anche visitatore generale della Lombardia, essendo quell’area geografica connessa a questa regione, ma lo invita a condursi a Roma, appena terminata la missione, per tenervi la sua tanto ammirata e gradita predicazione. Dobbiamo dare atto a Costa di aver capito le doti nascoste di Caselli e lo mette alla prova, mostrandosi estremamente fiducioso del buon esito di questa delicata missione. (72)
      Il gen. P. Pier Francesco Costa, da S. Marcello, il 19 marzo 1785 ha scritto una lettera al landgovt, Ant.° de Blalthasar, fissando le condizioni, ed in un'altra del 28 comunica di aver nominato proprio plenipotenziario il prov. del Piemonte P. Carlo Francesco Caselli, per appianare qualsiasi difficoltà, onde conservare ai serviti il convento di S. Giovanni.

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(69) Davide ARECCO, I newtoniani radicali in Piemonte (1700-1790); O.S.M., Memoria sul convento di Bologna di P. Giuseppe Predieri, 1793; G. ROSCHINI, Ibid.,, pp. 491, 505 e 516; sulle esperienze scientifiche in Europa, Carlo PIOLA CASELLI, Studi in onore di Carlo Lucangeli per il bicentenario del suo volo a Roma, Uff. Stor. Stato Maggiore Aeronautica, Roma, 1988, pp. 405.

(70) Negotia Religionis.

(71) v. 39, f. 929s.

(72) v. 33, ff 171v-173v ; Epistulae, v. 39, ff. 937, 940s, 948s; Memoria, posta nel tubo di rame; GARBARINI, Orazione. Dall'Archivio Torriani in Mendrisio, in “Bollettino Storico della Svizzera Italiana”, 1890, alle pp. 261 e 263, in cui l'Ab. Edoardo Torriani ritiene anche che la famiglia di Caselli sia originaria di Carona. Relativamente ai complessi religiosi, Giuseppe MARTINOLA, I conventi di Mendrisio, in Bollettino, Ibid., 1-2, 1945 e Inventari d'arte del mendrisiotto, Ibid., 1, 1975.