Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte prima)


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     Adami il 1° maggio 1770 da Firenze scrive a Caselli a Montecchio di questioni varie di trasferimenti e di studio, il 28 luglio circa la richiesta di ospitalità per un professo, il 21 agosto per la dimissoria di un professo e la predicazione di un frate ed il 21 settembre 1771 per l’arrivo di un frate. (36) Quest’anno Caselli è predicatore annuale nella chiesa di S. Maria dell’Olmo. (37)
     Il 17 aprile 1771 da S. Maria del Castellazzo, non potendosi fare i ballottaggi, per numero insufficiente di religiosi, per l’ammissione a chierici di Gio Francesco Pellati, figlio di Gio, e di Pietro Francesco Dolchi, figlio di Paolo Lorenzo, si chiede aiuto al priore di S. Stefano d’Alessandria, a firma del priore Giuseppe M. Majola nonché dei PP. Gioachino Panizza, Gio Angelo Caselli e Francesco Majola: ciò vien eseguito il 18. (38)
      Per dare un'occhiata agli insegnamenti teologici o, meglio, alle correnti di pensiero, nei conventi serviti, risulta fonte preziosa il filone delle tesi conservato a Bologna: ne approfittiamo per delucidare quella di suo fratello, Giuseppe Caselli, stampata a Faenza nel 1771, conservata anch'essa all'Archiginnasio.
      l titolo è De christianae religionis veritate et de locis theologicis, disputata pubblicamente nella chiesa dei SS. Filippo e Giacomo, relatore il famoso giovane teologo Carlo Maria Traversari, i cui scritti, specialmente sul sacrificio della comunione, verranno messi all'indice, quindi in sospetto presso le gerarchie ecclesiastiche, anche se le sue dotte considerazioni non sono subdole, bensì schiette, sotto un taglio puramente disquisitorio; nel rovescio della medaglia, relativo alla sua personalità, dobbiamo ricordare che ha invece persino istituito un'Associazione Letteraria per meglio cofutare le tesi di Febronio e difendere così il primato pontificio.
      Questa tesi si articola così: De christianae religionis veritate, in 10 capi, con disquisizioni sui miracoli, in contradditorio con Spinoza e con Gian Giacomo Rousseau, De locis theologicis che si suddivide nei seguenti cinque paragrafi: De sacra scriptura, in 30 capi, discussione degli 'Auctoribus Theopneustis', dei libri proto-canonici e deftero-canonici, Pentateuco, Hobbes, Peyretius, Spinoza, egizi, caldei, Nuovo Testamento, religione deista con Pierre Bayle (oscillante tra calvinismo e cattolicesimo) e naturalista, Eusebio, S. Girolamo, S. Matteo, vangelo di S. Marco, Bellarmino, Brian Walton, Natali Alexandro, Gravesonio, fonti ebraiche e greche, concilio di Trento, libri di Mosè, libelli Aristeani, Tolomeo Filadelfo re d'Egitto (fondatore della biblioteca d'Alessandria); De divinis et apostolicis traditionibus, in 2 punti; De ecclesia, in 21 capi, Bellarmino, sul papa vicario di Cristo, contro Wiclesum, Johannes Hus (bruciato come eretico), luterani, calvinisti, novaziani, donatisti, pelagiani, eretici recenti, scismatici, 'remostrantes & tolerantes', 'symbolum constantinopolitanum, Vincentius Lirinensis (Commonitorium primum), Tertulliano, novatores; De conciliis, punto 1, Melchor Cano; De sanctis ecclesiae patribus, canon. I-VI; De romano pontifice, in 40 capi, eterodossi, Febronio, Tertulliano, S. Agostino, S. Cipriano, S. Girolamo, concilio tridentino, S. Luca, sinodo di Firenze (defin. Fid.), concilio lateranense III e concilio di Firenze, Innocenzo I°, concili africani di Milevi e di Cartagine, sentenza dei pelagiani, concilio di Nicea, Osio al concilio di Cordova, Gibert, S. Celestino I°, S. Cirillo Alessandrino, eresia nestoriana, sinodo efesino, eutichiani, S. Leone Magno (epistola a S. Flaviano, vesc. di Costantinopoli), concilio di Gerusalemme, sinodo di Costanza e di Basilea, “an solus Romanus Pontifex sit supra Concilium”.
      Una terapia intensiva contro Febronio, richiamato criticamente in causa per ben 30 volte, per la formazione di anticorpi atti a combattere il febronianesimo (o, secondo i puristi, il febronianismo, ma la sostanza non cambia).
     

Reggente degli studi a Torino (1772-1775)

     Con lettere patenti del 6 maggio 1772 Caselli vien promosso reggente degli studi nel convento di S. Salvatore (detto anche di San Salvario) a Torino, (39) dove rimane per un triennio. Dal 6 luglio ha facoltà di confessare i religiosi serviti. (40)
     Da Roma il 6 febbraio 1773 Adami scrive a Caselli concedendogli di recarsi a Bibiana (vicino a Torino) per la predicazione e lo loda per i favori incontrati a Torino. Caselli è nominato segretario del capitolo della provincia piemontese, che inizierà il 10 maggio, nel convento della SS. Trinità a Racconigi, dove il 17 luglio verrà inviato suo fratello, il ven. P. baccalaureato Giuseppe, con facoltà dal 31 luglio di confessare i serviti. Intanto, da Firenze, il 17 maggio Adami scrive ancora a Caselli, a Torino, per dargli il permesso di accettare di predicare a S. Salvario, affidando ad altri gli studenti. (41)

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(36) Arch. O.S.M., Ibid.., v. 34 (1770-72), ff. 3v, 23, 31v, 171v. Si dà facoltà ad un Caselli di transitare nel convento di Castellazzo, ospitandolo in una celletta superiore, Arch. O.S.M., Registrum (dal) 1734, con timbro ‘Parrocchia di S. Maria de’ Servi’.

(37) v. 31, f. 298v.

(38) Gio o Gian Angelo Caselli. Parimenti, il 7 sett. 1773 vien inviata da Santo Stefano di Alessandria la richiesta di Paolo Bigatti, di Oviglio, come attesta P. Paolo Chenna partitario, e ne prendono atto, a Castellazzo, il priore Ottavio Balbi, i due Majola, Gio Angelo Caselli, Filippo M. Sardi ed il partitario Gioachino Panizza. Il 12 marzo 1774 il partitario Paolo Chenna registrerà la professione di Carlo Giuseppe Chenna al noviziato di Torino ed il 25 si riceverà da Torino la fede del noviziato per frà Pietro Francesco Giuseppe M. Viecha. Libro de’ Partiti et Memorie dell’ (sic!) Con(ven)to di S. Stefano d’Alessandria del Ordine de’ Servi di M.V. Consta il presente libro di fogli – 298. Ante: “1709. Adì 12 Mese di Maggio”. Il registro è di formato grande, non tutti i fogli numerati, ma vi sono allegati anche dei fogli piccoli. Riguardo al passaggio precedente, Dizionario dei Concili, diretto da Pietro Palazzini, voll. 1-3, Città Nuova Editr., 1963.

(39) v. 31, f. 184.

(40) Registrum, f. 63.

(41) v. 31, f. 189v; v. 35 (1773-34), ff. 12 (Benassi, p. 190, indica Bibbiena, ma dovrebbe trattarsi di Bibiana) e 31.