Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte prima)


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     Nel 1767 Giuseppe II e Maria Teresa, ispirandosi al giurisdizionalismo, stabiliscono che gli atti pontifici abbiano validità solo previa approvazione statale. E’ appena uscito, in 3 vol., il Grundsatze der Polizei, Handlung ung Finanzwissenschaft (1765-67), manuale che verrà adottato nelle università fino al 1847, in cui è esposta tutta la dottrina statalista di Giuseppe II, secondo cui il governo ha il ruolo di supremo controllore di tutti gli aspetti della vita politica e sociale (religione, istruzione, assistenza, cultura, demografia, commercio, immigrazione, etc.), insomma, il sovrano appare come un delegato del popolo, poi nel 1776 promuoverà, insieme ad altre riforme, l’abolizione della tortura, Uber die Abschaffung der tortur, considerati scritti dal massimo rappresentante dell’illuminismo. Esecutore ne è Gerard Swieten, medico di Maria Teresa, giansenista, nemico irriducibile dei gesuiti, tacciato con Giuseppe II di ateismo, mentre invece son stati dei ‘semplici’ riformatori della Chiesa, sul modello di quella gallicana. Caterina II convoca una commissione consultiva di funzionari, nobili, mercanti, rappresentanti delle minoranze e contadini liberi.
     Nel 1768 Clemente XIII ha reagito all’espulsione dei gesuiti, sullo stato più debole, Parma e Piacenza, ma per solidarietà il Borbone di Napoli invade da sud i territori papalini e quello di Francia occupa Avignone. In Polonia si forma un’associazione anti-russa. Il trentino Carlo Antonio Martini ha ottenuto la cattedra a Vienna e pubblica un Traité sur le droit naturel et le droit des gens.