Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte prima)


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     L’attentato al re del Portogallo aveva offerto l’occasione a Pombal di far arrestare parecchi nobili, espellere i gesuiti e sequestrare le loro terre in Brasile. Aveva creato 37 scuole in Portogallo. I giansenisti avevano osservato quanto potesse esser importante adottare metodi risoluti. I gesuiti venivano così espulsi da Francia e da Spagna nonché dagli stati borbonici italiani, cosicché l’ultima roccaforte rimarrà l’Austria, protetti da Maria Teresa, ma Clemente XIV non potrà far altro che sciogliere nel 1773 la compagnia (morirà di sospetto veleno), cosicché ormai, spentosi il deterrente, si affievolirà anche il giansenismo, continuando in Toscana, con il vesc. de’ Ricci, assecondato da Leopoldo II, fin che questi non partirà per l’Austria (1791), percui le proposizioni sinodali potranno esser liberamente condannate con bolla di Pio VI del 1794.
     Intanto, in Francia, rifiorito il richerismo nel 1780, si avrà una rivolta del basso clero contro il dispotismo episcopale, opposizione sedata con promesse che non verranno mantenute, sinché i preti, nelle elezioni per gli stati generali del 1789, che i vescovi non riusciranno a manovrare, ne eleggeranno solo 47 su 135. La costituzione civile del clero del 1790 con i suoi vescovi elettivi e l’indifferenza del papa, sarà fortemente influenzata dalle idee giansenistiche. (35) Riverberi giansenisti, oltre che nel genovese Eustachio Degola, saranno anche nel Manzoni, ma con la completa perdita, ormai, dello smalto seicentesco e settecentesco.

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(35) William DOYLE, L’Europa del vecchio ordine, 1660-1800, paragr. Contrasti religiosi: l’Europa cattolica, nell’ed. dal tit. L’Europa del settecento, Storia Universale, v. 14, Milano, CS, 2004, pp. 268-76.