Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte prima)


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     Nel 1757 fallisce il tentativo di assassinare Luigi XV. L’impero dichiara guerra alla Prussia: vi si associano Russia, Polonia e Svezia. Invasa la Boemia, Federico II sconfigge, presso Praga, Carlo di Lorena, fratello dell’imperatore Francesco I, ma poi è a sua volta sconfitto e deve abbandonare la Boemia.
     Nel 1758 vola in cielo Benedetto XIV e gli succede il veneziano card. Carlo Rezzonico, Clemente XIII. Francia e Spagna sottoscrivono un trattato segreto. In Portogallo la cospirazione del march. di Tavora contro il re e Pombal si conclude con la condanna a morte di molti congiurati. I russi occupano la Prussia, ma devono poi ritirarsi.
     Nel 1759 in Lombardia il famoso catasto di Maria Teresa diviene uno dei migliori strumenti del “dispotismo illuminato” asburgico; questa regione, già ricca, prospera maggiormente sotto di lei e, grazie ad illuministi come Beccaria e Verri, il suo riformismo si italianizza, come parimenti si magiarizza in Ungheria.
     Nel decennio 1760-70 affiorano le dottrine di Febronio, proponente una chiesa sottoposta al dominio squisitamente spirituale e di sottomettere il papa al collegi dei vescovi.
     

La carriera scolastica a Bologna, Torino,
Firenze, Pistoia e Roma (1759-1769)

     A Bologna, nella biblioteca dell' Archiginnasio è conservata la tesi in filosofia di Carlo Francesco Caselli, disputata pubblicamente il 12 giugno 1769 nel collegio di San Giuseppe, relatore P. Lottaringo Prospero Trebbi. Non è redatta in forma disquisitoria, trattasi bensì di 20 facciate a stampa nelle quali si articola una triplice forbita 'scaletta' di 30 proposizioni di logica, 46 di metafisica e 50 di fisica, ed è dedicata al piemontese ex generale dell' Ordine Filippo Filiberto Rossi, teologo del re di Sardegna Carlo Emanuele III, confessore e cappellano maggiore di tutte le fortezze e reggimenti. E' un documento particolarmente interessante per esaminare, sia pur 'in filigrana', gli argomenti toccati, sui quali si è preparato. Per la logica, la filosofia vien suddivisa in razionale, naturale e morale, si insiste su Malebranche, Cartesio, sugli scettici ed in particolare sui pirronisti, si passa a Giovanni Alberto o Gualberto de Sorìa, Tacqueto; per la metafisica, nella disamina soprattutto dell'anima, spiccano Spinoza, Leibniz, Wolff, ancora Cartesio e Malebranche, Enrico Moro, Platone, Averroè, punta di diamante della cultura islamica, Albumeroni, Origene, S. Agostino, Hobbes, Collinus, quindi atei e politeisti; per la fisica, Cartesio, Gassendi, le monadi di Leibnitz, Anassagora, Newton, Boelio, Jean-Baptiste du Hamel, Varignon, Enrico Moro, Pieter van Musschembroek, Rasponi, Wolff, Galileo ed infine i gesuiti Francesco Maria Grimaldi e G. B. Riccioli, importanti astronomi, anche se accaniti a confutare il sistema di Copernico.
      Il 3 settembre Caselli, che ha già in tasca una fede olografa di P. Trebbi, riceve la relativa patente, firmata da P. Rossi, per potersi trasferire a continuare gli studi a Torino.
     Nel triennio 1759-62 Carlo Francesco Caselli passa a studiare a Torino, dove compie gran parte del quadriennio teologico: infatti, con lettere patenti del 3 settembre e del 6 ottobre vien assegnato al convento di San Salvario, (25) al cui centro della scena domina la forte figura di P. Filippo Filiberto Rossi al quale, per gli alti meriti, Benedetto XIV ha concesso i privilegi degli ex-generali, attivissimo tra i cappellani, in guerra e in pace, confessore del re, riorganizzatore dei conventi della regione, morto il 16 agosto 1762. Qui il 6 febbraio 1762 Caselli riceve la dimissoria per accedere all’ordine del suddiaconato. Il 3 maggio il reggente agli studi a S. Salvatore a Torino, P. Giuseppe Morazzani, emette un'attestazione giurata ed olografa che Caselli ha pubblicamente disputato in teologia sul Mistero della Trinità, degli Angeli, della creazione del mondo e del primo uomo, al cospetto di un consesso plaudente. (26) Pochi mesi dopo, con lettera del 5 giugno vien trasferito al famosissimo convento della SS. Annunziata di Firenze, ritenuto il più importante dell’ordine, per storia e dimensione, potendo comodamente ospitare, in centro città, ben 122 frati. E’ andata così: il nuovo P. generale, P. Girolamo Francesco Vernizzi, appena subentrato al Rossi, il 5 giugno ha scritto a Torino al P. Morazzani costituendolo reggente degli studi di Firenze, unendovi una patente in bianco per uno studente di sua soddisfazione onde poterlo condurre seco. All’Annunziata questo allievo prediletto non solo conclude il quadriennio ma il 27 novembre gli vien inviata la dimissoria per accedere al diaconato. Qui conosce un promettente giovinetto, Cerbone Desideri, entrato come convittore all’età di 10 anni, nel 1761, che diverrà un ottimo musicista, ed il compositore di musica sacra Domenico Ricciardi Pollini. Ha modo anche di riflettere sulle esemplari virtù del semplice frate Filippo M. Bernardi.

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(25) Arch. Gen. O.S.M., Reg. PP. Gen. Rom., 29, f. 177, «Die 6a 8bris per litteras patentes assignatus est de familia in Con.tu SS.mi Salvatoris de Taurino, fr. Carolus Fr.cus Caselli» e al f. 175, «Die 3a 7bris per litteras patentes coetui studentium admissi fuerunt fr. … , et fr. Carolus Fr.cus Caselli». Il 9 giugno 1760 risulta a Torino, come dagli Atti della visita canonica del priore generale. Arch. Gen. O.S.M., Neg. Relig., 200, f. 806v.

(26) Ibid.., 29, f. 184 e cartella Caselli.