Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte prima)


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     Essendo stati celebrati, per procura, il 12 aprile 1750, a Madrid, gli sponsali tra il principe Vittorio Amedeo e l’infanta di Spagna Antonia Maria Ferdinanda di Borbone, (17) il 26 hanno luogo grandi manifestazioni di giubilo, con tuono d’artiglieria, crepitio di fucileria a salve, parata militare, la sera illuminazione degli edifici e fuochi d’artificio. Questo matrimonio sancisce la pace con la Spagna, che aveva rivendicato il territorio alessandrino.
     Il 30 maggio 1751 grande giubilo, poiché questa infanta di Spagna divenuta duchessa di Savoia ha dato alla luce l’erede al trono, Carlo Emanuele Ferdinando Maria: solenne Te Deum nella cattedrale di Alessandria, intonato dal vescovo mons. Miroglio, sparo del cannone dalla cittadella ed illuminazione della città. (18)
     Nel 1751 muore Guglielmo IV (Province Unite Olandesi) e gli succede Guglielmo V (reggente la madre, Anna). Scompare anche Federico I di Svezia e gli succede il cognato Adolfo Federico.
     Nel 1753 Luigi XV esilia il parlamento di Parigi nelle province, schierandosi dalla parte dell’arcivescovo di Parigi, ma l’anno dopo dovrà richiamarlo nella capitale. Benedetto XIV firma un concordato, riconoscendo a Ferdinando VI di Spagna dei diritti di controllo sul clero. A Firenze vien creata l’Accademia dei Georgofili.
     Nel 1754 uno scritto del teologo mons. Chionio, insegnante nell’ateneo torinese, è giudicato eretico dall’autorità ecclesiastica. Il 13 ottobre il vesc. mons. Miroglio presiede, in pontificale apparato, un solenne Te Deum per la nascita di un altro principe di casa Savoia, seguono spari a salve della truppa e la sera successiva è allietata da fuochi d’artificio, quindi da un ballo in contrassegno di giubilo. (19)

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(17) Da questa unione nasceranno tre re che si succederanno sul trono paterno, i tre fratelli Carlo Emanuele IV, Vittorio Emanuele I e Carlo Felice.

(18) Nel lug. 1752 nella reggia di Torino il nunzio apostolico mons. Merlini presenterà, a nome di Benedetto XIV, le fasce inviate al real principe di Piemonte: accoglimento con grande sfarzo e pubblicità, tanto che gli ambasciatori accreditati non invieranno le carrozze, per evitare ingorghi. Bolla, in SANTAGOSTINO, Ibid.., pp. 420-21.

(19) Ibid.., p. 421.