Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte prima)


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     La posta più importante in gioco, ovvero la sfida del momento, non sarà però costituita tanto dalle belle e splendide idee che illuminano i regni, ma dalla volontà di incardinare, in maniera più o meno aperta, un assioma nuovo, rivoluzionario, opponendo al solito stagionato concetto del diritto divino a regnare quello di una specie di contratto dicotomico tra popolo e sovrano, delegato a governare, prefissandosi come finalismo la difesa dell’interesse pubblico. Il culmine di questa rivoluzione avverrà con Giuseppe II, il figlio di Maria Teresa, quando la scuola fisiocratica, opposta al mercantilismo, farà da base agli assolutisti illuminati. Ma già Federico II coglierà la palla al balzo, promuovendo l’insegnamento delle scienze naturali e delle scienze esatte, favorendo i contadini ed introducendo la tolleranza religiosa.
     Il 23 sett. 1741 Carlo Emanuele III, accompagnato dal figlio, il principe Vittorio Amedeo, partiti da Torino con molto seguito, arrivano ad Alessandria, accolti con salve d’artiglieria e luminarie. Il 25 si portano a Tortona, il 26 ispezionano Valenza Po e ritornano ad Alessandria verso mezzogiorno. (13)
     L’economia francese tra il 1741 ed il 1742 subisce una grave crisi ciclica, sul piano diplomatico, con il trattato di Nymphenburg, si attiva in funzione antiasburgica, in agosto le sue armate varcano il Reno, mentre la nobiltà ungherese nella dieta di Presburgo parteggia per Maria Teresa, i prussiani sconfiggono gli austriaci ma, nel tentativo di staccare la Prussia dalla coalizione, ella fa loro, invano, delle concessioni territoriali. Elisabetta, figlia minore di Pietro il Grande, con un colpo di stato militare, depone lo zarevich e sale al trono: inizia la guerra con la Svezia, per il controllo del Baltico, che nel giro di due anni si risolverà a favore della Russia.

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(13) T. SANTAGOSTINO, Ibid.., pp. 44-45.