Carlo Piola Caselli
Il card. Carlo Francesco Caselli (parte prima)


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CENNI SULLA FAMIGLIA E I PRIMI DECENNI

Gli architetti Domenico e Giuseppe Caselli

     “Ego te baptizo, in nomine Patri et Filii et Spiritu Sanctu, Amen”. E’ il 28 ottobre 1740 e Carlo Francesco Caselli, figlio di Domenico e di Caterina Negrone, vien battezzato nella cattedrale dei SS. Pietro e Dalmazzo di Alessandria. (1)
     Il pargoletto è nato una settimana fa, il 20 ottobre, a Gamondio, o Castellazzo (dal 1863 sarà chiamato Castellazzo Bormida). Padrino è il nob. Carlo Stortiglioni e madrina Teresa Quovace. Suo padre è non solo un affermato architetto, un importante imprenditore, ma anche il fiduciario, per gli estimi, del feudatario del luogo.
     Infatti, fin dal 1649 il feudo appartiene al march. Ottavio Pallavicino del Castellazzo, patrizio genovese, avendolo acquistato dai discendenti del march. d’Avalos, per 50.000 ducati, ed è stato trasmesso di padre in figlio fino all’estinzione di questo ceppo, che avverrà nel 1778, percui passerà alle dirette dipendenze del sovrano. (2)



Il Cardinale Carlo Francesco Caselli

     Da quando Alessandria, in base al trattato di Utrecht del 1713, è stata assegnata ai Savoia, per la sua particolare posizione strategica, è considerata la vera chiave d’Italia. (3) Ma il quartiere di Bergoglio, essendo dall’altra parte del fiume ed indifeso, potendo costituire facile preda per il nemico, Vittorio Amedeo II ha pensato di impiantarvi lì la cittadella. Sentiti vari pareri, intorno ai quali son sorte parecchie dispute, rimaneva il fatto che anziché sicura difesa potesse tradursi in sicurissimo punto d’offesa. Prevalsa la soluzione dell’ingegnere militare Ignazio Bertola, è stato atterrato Bergoglio ed eretta in loco la cittadella.

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(1) Fede di battesimo.

(2) Per il feudo, Monica PAROLA, Comune di Castellazzo Bormida, scheda storico-territoriale dei Comuni del Piemonte.

(3) Luisa TOSELLI, in “Riv. di St. Arte e Archeologia per la prov. di Alessandria”, luglio-dic. 1938, p. 543.