Carlo Piola Caselli
Generale Angelo Piola Caselli


Pagina 17 di 25       

%


     La diagnosi è chiarissima: Russia alleata naturale ma lontana, l'aiuto dell'Inghilterra più nullo che debole, l'Austria ostile, non ci rimane che la Francia, ma se andasse al potere un Lamartine ostile alla nazionalità italiana? Un nuovo sovrano che apparisse in Europa potrebbe ulteriormente cambiare il gioco delle alleanze.
     Fin qui Angelo Piola Caselli è riuscito a trattare con acume i molteplici aspetti dell'Italia e dell'Europa nel loro insieme, facendo quasi sicuramente tesoro delle considerazioni esposte quattro anni prima da suo padre, il conte Antonio Piola, Sulla questione d'Oriente e sulle probabili sue conseguenze, (35) ma nelle ultime undici pagine non è più lo stratega, bensì il tecnico che esamina il campo, il tessuto geografico, meglio ancora topografico, la componente umana, osservando che benché il governo si accinga a completare gli armamenti, ad aver circa 200.000 uomini sotto le armi, una marina proporzionata all'ampio litorale, ritiene le difese inadeguate ad un'eventuale invasione o dell'Austria o della Francia, sistema che ha perduto la sua originaria validità, per il sempre più massiccio uso dell'artiglieria. Ora non basti più murare città e borghi, per render più difficile l'assalto e più lunga la resistenza, creando il maggior numero di ostacoli, come è avvenuto lo scorso anno nel Novarese, nel Vercellese, nella Lomellina. Certamente sarebbe stato meglio aver Vercelli fortificata, così l'armata austriaca non si sarebbe arrischiata a passare il fiume per trovarsi fra queste piazzeforti e quella di Casale, avrebbe dovuto passare la Sesia a monte, ma con Ivrea fortificata opportunamente non avrebbe mai potuto pensare di prender Torino in tre giorni.

* * *

(35) Antonio PIOLA, in Wikipedia.